Sinossi

In un atollo dal mare incontaminato vive un vecchio pescatore. Si chiama Matraca ed esercita la pesca con metodi antichi nel Banco Chinchorro, un’estesa barriera corallina nei mari del Messico. Un giorno suo figlio Jorge lo raggiunge con il nipotino, Natan, nella sua piccola palafitta. Natan ha cinque anni e vive a Roma con sua mamma, Roberta. Prima che il piccolo inizi ad andare a scuola, Jorge vuole fargli conoscere il suo mondo. Giunti a Banco Chinchorro, Natan e Jorge accompagnano ogni giorno il nonno a pescare. Natan scopre una profonda connessione con la natura, imparando a perlustrare l’affascinante mondo che si cela sotto la superficie marina. Fa anche amicizia con un uccello marino, che chiama Blanquita. Quando Blanquita un giorno scompare Natan capisce che è giunto il momento di salutarsi. Ma quel che ha imparato in mare in questo viaggio ancestrale rimarrà con lui per sempre.

Scheda Tecnica

Regia e sceneggiatura: Pedro Gonzalez-Rubio
Fotografia: Pedro Gonzalez-Rubio
Fotografia subacquea: David Torres, Alexis Zabé
Suono in presa diretta: Manuel Carranza
Montaggio: Pedro Gonzalez-Rubio
Musica: Diego Benlliure, Uriel Esquenazi

Interpreti:
Jorge Machado (Jorge),
Roberta Palombini (Roberta),
Natan Machado Palombini (Natan),
Néstor Marín “Matraca” (Matraca).

Prodotto da Jaime Romandìa e Pedro Gonzalez-Rubio
con il sostegno di: Riserva Naturale del Banco Chinchorro, Istituto Messicano di Cinema, Razonatura
Produzione: Mantarraya Producciones, Xkalakarma
Distribuzione: Ahora Film, Barz and Hippo e Rossosegnale
con il sostegno di: Razonatura, Slow Fish Caribe

Durata: 73 minuti
Messico, 2009
v.o. spagnolo e italiano con sottotitoli in italiano

Premi e Festival

Premi e riconoscimenti

2009
Premio del Pubblico - Morelia IFF
Miglior Lungometraggio - Morelia IFF

2010
Premio FIPRESCI - Rencontres Cinémas d'Amérique Latine de Toulouse
Tiger Award - Rotterdam IFF
Premio World Narrative - Philadelphia IFF
Premio Nuovi Registi ‐ San Francisco IFF
Gran Premio della Giuria - Miami Film Festival, Concorso Ibero-Americano
Miglior Fotografia - Festival de Cine de Lima
Miglior Film - BAFICI(Buenos Aires Festival Internacional de Cine Independiente)
SIGNIS Award, Menzione speciale – BAFICI
Golden Shika Award - Festival di Nara (Giappone).

Altre partecipazioni a festival

Edinburgh IFF
Toronto IFF (Film d’apertura)
Berlin International Film Festival – (Film d’apertura Generation K‐plus)
Minneapolis IFF
Sarasota IFF
Washington DC IFF

Note di Regia

Alcuni anni prima di girare Alamar mi ero trasferito a Playa del Carmen, forse guidato dai miei ricordi d’infanzia.

Molte cose erano cambiate, quello che un tempo era un vilaggio di pescatori ora era divenuto l’epicentro della più veloce crescita urbana in Messico. Di fronte allo sviluppo di quest’area orientata al turismo, sono stato testimone della mancanza di consapevolezza ambientale, della distruzione di un’estesa barriera corallina per far posto alle navi da crociera, della costruzione di hotel di catena che devastano la costa, inquinando il mare con gli scarichi e minacciando l’intero ecosistema, condannando molte specie a un futuro segnato.

Banco Chinchorro, il luogo dove principalmente si svolge il film, è stato dichiarato Riserva Naturale della Biosfera nel 1996 dall’UNESCO e si stanno facendo sforzi seri per farlo diventare Patrimonio dell'Umanità. È la casa di migliaia di specie diverse ed è la più grande barriera corallina nel nostro Paese.

Attraverso una storia basata sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente a Chinchorro, volevo restituire il mio amore per questa regione e l’ammirazione e il rispetto che nutro per le vite dei suoi pescatori.

Non volevo avere un approccio distante e intellettuale, in questo film. Volevo raggiungere un’esperienza visiva che potesse suggerire empatia con i personaggi. Mentre conducevo le ricerche, stavo lavorando su una storia basata sulla relazione tra padre e figlio. Alamar è stato ispirato dalla semplicità dell’essere felici.

Le attività quotidiane a Banco Chinchorro e l’interazione con Matraca, il vecchio pescatore, costituivano il perfetto tipo di esperienza perché Natan potesse apprendere una forma ancestrale di interazione uomo-natura. È un bambino che si muove tra i due mondi, quello di una vita semplice e sobria quando sta con il padre, quello di una società urbana quando è con la mamma. Non è che una realtà sia migliore dell’altra, sono semplicemente diverse e il bambino riesce ad essere se stesso in entrambe, libero da qualunque pregiudizio.

Ho cercato di guardare dal punto di vista del bambino, per dar forma a un sentimento puro in ogni senso. L’ambiente abbracciava i personaggi in maniera naturale, come se gli appartenessero, senza tempo. Ma l’idea di impermanenza è presente nella realtà dei personaggi fin dal primo momento, e fino all’ultimo fotogramma. La scelta del padre è quella di tornare alle sue origini per insegnare a suo figlio i veri valori della vita.

Pedro Gonzalez-Rubio

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